MILANO, 18 GENNAIO 2016
di TIZIANA CARDINI
Antonio Marras è un narratore di talento. Probabilmente sarebbe un buon regista o scenografo: è esperto in varie forme di espressione artistica. Si aggira libero nella stratosfera creativa, ma torna sempre in Sardegna, suo luogo di nascita e fonte costante di rigenerazione. Per l'autunno il viaggio di Marras ha fatto una bizzarra deviazione in Texas, una destinazione che sembra essere sulla mappa per parecchi designer in questa stagione. Eppure il Texas di Marras non era della varietà sofisticata ispirata a Richard Prince. Questo era il Texas nella sua versione rauca e all'italiana: ovvero gli spaghetti western di Sergio Leone degli anni '70 che erano affari esilaranti, rumorosi, quasi da cartone animato, eppure così credibili da ispirare più volte Quentin Tarantino. Marras ha scoperto che alcuni di quei film di serie B erano stati girati in un villaggio desolato nella remota Sardegna rurale.
Questa ispirazione ha portato il designer a mettere in scena un set rustico per il suo spettacolo, così realistico che era pieno di vere balle di fieno come sedili per il pubblico. Lo spettacolo prevedeva anche un'esibizione musicale di una bella banda di giovani cowboy, che ballavano e cantavano con selvaggio abbandono. “Sono sempre stato attratto dalla libertà degli spazi aperti e infiniti; provenendo da un'isola, il senso di lontananza insulare potrebbe a volte influire", ha affermato Marras. "Ho sempre voluto arrivare il più lontano possibile, desideroso di rompere barriere e limiti, almeno con la mia immaginazione, ed essere aperto a ciò che è sconosciuto e diverso". La sua collezione rifletteva questo spirito libero e attraversava generi e culture. La messa in scena aveva un cast di personaggi affascinanti: banditi sardi in kilt scozzesi; rustici nomadi delle praterie in ruvide giacche di tweed; viaggiatori con cappuccio e pelliccia, con strati di giacche mimetiche imbottite; avventurieri in abiti di cotone pesante e unto. Gli abbellimenti erano sparsi ovunque, aggiungendo un'atmosfera femminile che scorreva fino alla sfilata di bellissimi abiti lunghi della collezione pre-autunno da donna. Erano indossati con pellicce per un tocco di fantasia regale. L'effetto complessivo è stato divertente, edificante ma al limite del bizzarro. È stato comunque un buon intrattenimento e la collezione non è mai stata fuori controllo.