Prediligendo costruzioni morbide e tocchi etnici, il designer era nel suo elemento in questo momento di morbidezza e semplicità, portando il pubblico in un luogo lontano.
Con tutte le ossessioni della settimana per tutto, dal nuovo marchio di streetwear alle stampe selvagge, ai neon e alla nostalgia degli anni Ottanta e Novanta, Giorgio Armani Primavera/Estate 2019 Milano si è rivelato un accogliente sollievo dalla caccia alle tendenze.Questo era il Maestro nel suo elemento, un momento di dolcezza e semplicità, che trasportava il pubblico in un luogo lontano.
La collezione super elegante - incentrata sulla giacca doppiopetto - si è adattata allo stile di vita languido di un nomade globale che viaggia per il mondo, attingendo a una miriade di riferimenti ma con una coesione e intimità nel suo guardaroba.
Giocare con le proporzioni.
Il designer ha incanalato un elegante gentleman – oa volte gentleman farmer – fuori servizio, seppur interpretato attraverso una lente urbana, con una tavolozza di colori minerali.
Con cappelli di paglia, fedora ed espadrillas in pelle tra gli accessori, Armani si è concentrato sulle sue costruzioni super morbide, dai pantaloni oversize in stile gaucho indossati con gilet in pelle cucita su T-shirt a maniche lunghe alle sahariane scamosciate.
Pigiami in seta stampata con stampe digitalizzate in stile ikat e quelle giacche doppiopetto, la maggior parte con revers a lancia e tutte nella silhouette rilassata che il designer ha reso iconica.
Un look che combina pantaloni di cotone fresco indossati con bretelle e maglieria fantasia è stato un altro puro momento Armani degli anni Ottanta, ma sembrava senza tempo.
Anche i completi doppiopetto di lino destrutturati sono stati indossati a volte senza camicia, sottolineando l'atmosfera rilassata.
Con le lenzuola bianche spiegazzate che fluttuavano dolcemente sullo sfondo, anche la ruga è stata celebrata, aggiungendo una bella trama e migliorando l'atteggiamento del designer verso l'evasione.
@Giorgio Armani.